trio
Lezioni di tantra (sì, se vuoi, mettiti comoda e leggi)
di single80fe
07.08.2018 |
11.939 |
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"- Non correre, non correremo - dice, come se stesse avvertendo i miei pensieri..."
- Ora chiudi gli occhi e respira, fai scivolare quanto più fiato possibile nello stomaco, niente respiri corti, di petto.La voce calma, assertiva. Sono sdraiata prona, su un lettino comodo. Pochi minuti fa mio marito mi ha spogliata, mi ha fatto accomodare lì, promettendomi un regalo. Ero rientrata da poco da lavoro, a casa, e mi stava aspettando. Una doccia rapida e una volta uscita, la penombra, le candele, i profumi. Una rara comodità. Chissà cosa si è inventato per farsi perdonare.
Amiamo giocare, lo facciamo non quanto vorremmo, soprattutto perché non è semplice trovare persone a modo. L’ultimo incontro, infatti, con una coppia, mi aveva fatto incazzare parecchio. Era figlio della sua eccitazione, non aveva verificato fossero seri: in sintesi, un disastro.
Ma non voglio pensarci ora, tra questi profumi e questa bella atmosfera. E’ stato giusto un lampo, mentre mi spoglia e mi fa accomodare sul lettino montato apposta per me.
- C’è un massaggiatore a domicilio, amore. - Mi aveva detto. Era sua la voce che mi diceva di chiudere gli occhi. Un ragazzo normale, non una star tra i singoli. Forse è solo e semplicemente un massaggio, penso.
Chiudo gli occhi, nuda sotto lo sguardo di uno sconosciuto, porgendogli schiena e natiche. Non mi imbarazza il mio corpo, i giochi hanno aiutato a sentirmi più a mio agio con l’essere donna. Attendo, aspetto, cerco di capire.
- Mi raccomando - di nuovo la voce - respira profondamente e lentamente - mi parla mentre inizia a massaggiarmi i piedi, scelta singolare. Sento le dita forti sulla pianta, premere e rilasciare, alternando pressioni di tipo diverso: mio marito gli deve aver parlato di cosa mi piace.
Scivola con quelli che intuisco essere oli profumati sulla dita, prendendole tra i polpastrelli una per volta, tirandole appena, rilasciandole, e tornando a far scorrere il palmo della sua mano, forte, sul mio piede.
Sento poi le sue mani sulle caviglie, avvolgerle, sfiorarle, premerle, rilassarle tra mani calde, che scivolano sulle mie ossa, sui miei nervi.
- Sei brava, non sbirciare. Continua a respirare profondamente: avvertimi se faccio qualcosa che non va.
Al suo “qualcosa che non va” il corpo si tende appena, quasi inavvertitamente. Se ne deve accorgere, perché inizia a massaggiarmi i polpacci con un nuova energia.
- Respira profondamente, concentrati sul momento, sul tuo corpo, sulla tua pelle, sulle mie mani.
Non so dove sia mio marito, ma lascio andare il pensiero. Le mani del massaggiatore stanno risalendo, sono dietro alle ginocchia, giocano con i nervi tesi, rilassandoli. Li prende tra le dita umide di oli, li rilascia, e scivola ancora con i palmi delle mani, stavolta sul retro delle mie cosce. Il movimento che imprime alla mia carne si riflette al centro del mio corpo. Inizio a sentire il calore che sale, con le labbra che stanno chiuse, ancora, tra loro, ma che iniziano a farmi sentire una voglia che riconosco.
- Non correre, non correremo - dice, come se stesse avvertendo i miei pensieri.
Dice di non correre, ma ora sento i suoi polpastrelli seguiti dalle mani sulla natiche, massaggiare, pressare, poi sfiorare, allargare e stringere. Lo sa. E so anche io che non finirà in un massaggio. Il movimento è fatto apposta, per farmi allargare e stringere la vagina, calda, umida. Inizio ad essere eccitata, bella la sorpresa del marito.
Perdo vagamente la cognizione del tempo, inizio davvero a concentrarmi sul mio corpo, sulle sue mani, sulla situazione.
- Non aprire gli occhi, ora mi sentirai più vicino. Ma continua a sentire le mie mani sul tuo corpo.
Non li apro, mentre sento la sua presenza su di me, dietro di me.
Le mani sulla parte bassa della schiena, mi avvolgono i fianchi, stringono la carne, la pelle, i pollici sulle vertebre, quasi a “staccare” carne dalle ossa: sembra fare male, ma mentre rilascia sento il piacere tenue inondarmi il corpo.
Non so da quanto tempo stia massaggiando, è tutto lento, ovattato, crescente.
Si allunga piano su di me, sento la presenza, il calore di un corpo. Ora le mani sono a metà schiena, si stanno allungando, continuando a sfiorare le vertebre e a spingerle, a rilasciarle, so che mi sto bagnando, vorrei un contatto, ora, lo so, lo sente, scivola ancora con il corpo.
E’ vicinissimo, mentre circonda le scapole con le dita, preme con i palmi, il profumo della stanza e del corpo dell’uomo mi stanno inebriando, ancora più vicino a me, sento quasi il suo respiro sul collo.
E la sua erezione tra le natiche. Mi sfiora appena, e il mio corpo trema. Sento il suo glande, non appoggiato, ma libero, sulla pelle, tocca qualche volta, mentre mi sta alleggerendo le spalle da ogni peso.
E poi il peso del suo corpo addosso, sdraiato sopra la mia schiena. L’asta di una erezione forte e tesa tra le natiche, così vicina alla mia voglia ormai bagnata da volere quell’uomo già dentro, senza altro preliminare, così, quell’erezione sconosciuta che ora voglio che mi invada.
- Pren…
Non faccio in tempo a finire la frase.
- Pazienta e respira, abbiamo appena iniziato.
E’ quasi una doccia fredda, la voglia è salita all’improvviso. La voglia di quello sconosciuto, di averlo dentro davanti e magari insieme a mio marito.
Lo sento, ingrossarsi, contro la mia pelle, come sento le tue mani percorrermi le braccia, mischiando sempre pressione e dolcezza, decisione e desiderio. Sento la sua energia addosso, continuo a respirare, e mentre scivola sugli avambracci sento tutto il suo corpo sdraiato sul mio.
Sto impazzendo.
Lo voglio.
E quello inizia a giocare con le mie mani, con le mie dita, spingendo, e so che lo sta facendo apposta, il bacino su di me, come volesse farmi sentire più profondamente solo l’asta. Arriva a bagnarsela tra i miei umori e mentre spero che la voglia lo stia consumando mi bacia il collo.
Ho la prontezza di spirito: - Anche questo fa parte del massaggio?
Lo sento sorridere appena, tengo ancora gli occhi chiusi, il momento è magico, eccitante.
- Si, anche questo - risponde al mio orecchio, e il mio corpo, con le mani tra le sue, le dita tra le sue, con il suo cazzo tra le natiche, si rilassa e tende allo stesso tempo.
Quando si rialza per girarmi, e accompagnare il mio corpo che si gira, dicendomi sempre di tenere gli occhi chiusi, sento tutta l’energia della mia voglia addosso, sento addosso a lui la sua.
Torna ai miei piedi, e continua il massaggio pieno di oli caldi. Il mio corpo ribolle, la mia testa anche.
- Come stai? - mi chiede mentre scivola sulle gambe, forse un filo più veloce di prima.
- Dio che voglia - mi sfugge, non posso farci nulla.
- Pazienta. Vuoi aprire gli occhi?
Non me lo faccio ripetere. Ma resto ferma, a godermi l’onda di piacere che sta salendo.
E’ completamente eretto, ha un bellissimo uccello. Teso, curvo verso l’alto, non posso evitare di immaginarlo dentro di me. Salivo, e inghiotto. Mi giro per cercare mio marito. Si sta toccando, guardando l’estraneo eccitare sua moglie. Onestamente? Ora vorrei mio marito in bocca e l’estraneo a scoparmi. Per ora terrò questo pensiero.
Risale, scivola sulla cosce, le massaggia interamente. La mia carne soda e il mio corpo lo eccitano, profondamente. Lo vedo, lo sento, pregusto il momento in cui le sue dita sfioreranno la mia figa calda, ormai fradicia.
Mi illude
Risale e le dita sfiorano l’interno coscia, è lentissimo, mi fa quasi pregare, voglio un contatto, voglio le sue dita sui miei umori, invece percorre l’interno coscia senza sfiorarmi. O meglio, fa passare indice e medio sui confini della grandi labbra, il mio corpo si contorce quasi, ma lui è bravo ad evitarmi: - eh no, non ancora.
E scivola sulla pancia: tremo di voglia. Raggiunge il confine del mio seno, gli scivola attorno. Non mi toccherà nemmeno i capezzoli, durissimi. Ormai ho capito: è una tortura.
Infatti scivola attorno ai miei seni, non dev’essere semplice nemmeno per lui resistere. Arriva al collo, lo massaggia, stringendolo appena più del dovuto. Un brivido mi percorre ancora, tutto il corpo, mi sento febbrile, calda, pronta ad esplodere come raramente lo sono stata.
Guardo mio marito: si masturba lento, compiaciuto del regalo. Gli sorrido, capisce quanto io sia eccitata, mi fa godere del momento.
Il massaggiatore è sopra alla mia testa, ora, e scivola con le mani verso i miei seni. Ho la sua erezione vicina alla testa, potrei allungare le labbra, potrei sfidarlo al suo stesso gioco. Mentre ci penso sento i polpastrelli percorrere i miei seni, le mie areole, lentamente, arriva finalmente ai capezzoli spingendo un poco il bacino. Il suo glande è appoggiato alle mie labbra quando il gemito per i capezzoli stretti mi colpisce, lo colpisce.
Non resisto e lo lecco. Non si tira indietro. Inizio a leccargli il frenulo, girare attorno al glande con la lingua tendendo un po’ il collo, prima di avvolgerlo tutto tra le mie labbra e continuare a leccare.
Le sue mani non si fermano, il massaggio ai miei seni è intenso, il suo sapore magnifico.
Mio marito, lo vedo con la coda dell’occhio, è quasi ai limiti. Sta rallentando e rilasciando il pene durissimo, come so che fa quando è molto eccitata. Diamogli qualcosa per cui godere, penso.
E mentre il massaggiatore scivola sulla mia pancia con le mani, come se si preparasse ad un 69, mi scivola in bocca completamente, fino alla gola: sono certa che il marito lo ha avvertito, quel porco. La mia gola è profonda, la mia voglia ormai alle stelle. Accolgo quel cazzo in bocca, e lo succhio, non resisterò a lungo così ferma, così docile, così lenta.
E mentre lo avvolgo è con le mani tra le mie cosce. Inizia a massaggiarmi le labbra, tendendole, tra indici e pollici. Stringe, rilascia, stringe, rilascia, lento e su una piccola superficie di pelle: tanto mi basta per colargli letteralmente sulle dita.
Mi muovo lenta anche io su quel cazzo stupendo, passa dalle mie labbra alla mia gola, di nuovo alle labbra: lo avvolgo stretta, come la mia bocca fosse la mia figa, e mi faccio penetrare mentre lo bagno e lui continua la danza delle sue dita sulle mie grandi labbra.
Gemo. - Dio, si, continua, più
- Non più veloce. - Anzi, in tutta risposta rallenta e appoggia la mano alla mia figa bollente.
Lo faccio scivolare fuori dalla bocca, vicino al mio viso. Mi appoggia l’uccello durissimo alla guancia. Colo di voglia.
- Ti odio - gli sorrido.
- No, mi vuoi - dice muovendo il bacino e facendo scorrere l’uccello sulla pelle del mio viso.
- Si, da morire.
E inizia a massaggiare allo stesso modo la clitoride, titillandola lentissimo.
Sono così gonfia di voglia, che esploderei in un orgasmo. Ma lui mi sente vibrare, rallenta e accelera, accompagnando e negando le mie voglie. Mi sta letteralmente facendo impazzire.
Si sposta, e io apro le gambe. Quasi un riflesso condizionato.
- Ora il massaggio cambia un po’ - sorride mentre accomoda il suo viso tra le mie cosce.
Inizia a leccare, con la lingua incurvata. Parte dal perineo e risale, ho la sensazione che voglia raccogliere tutti i miei umori.
E’ così.
E infatti dopo averli raccolti e aver dato una misera e bellissima leccata alla clitoride risale a baciarmi. E’ il primo bacio con lui, mi fa colare i miei umori nella bocca, tra le labbra dischiuse e li insegue con la lingua. Sento la cappella sulla figa, appoggiata. Penso che con un colpo solo mi farebbe esplodere. Ma quel colpo non arriva. Sono schiava del suo ritmo, non glielo voglio negare, ma sento ogni energia sessuale in ogni parte del corpo, dalla punta delle dita fino quasi ai capelli.
Torna a leccarmi, stavolta ancora più intenso: mi lecca l’ano, lo penetra appena e risale ancora, lentissimo, fino alla clitoride che inizia a stuzzicarle muovendo la punta della lingua in orizzontale, in verticale, in diagonale, in cerchi che arrivano fino alla cima.
Il mio respiro aumenta, i gemiti anche. Persa, distratta, sento mio marito teso vino alla mia bocca. Lo afferro con una mano e inizio a masturbarlo mentre tengo la sua cappella sulla lingua.
Accelero, mi sfogo su di lui mentre l’estraneo continua a sfidare ogni mia pazienza. Sego forte mio marito che inizia a gemere intensamente. Non mi importa, voglio che accada qualcosa, voglio che mi esploda in bocca, adesso.
Non faccio in tempo a pensarlo che mi esplode tra bocca e faccia. Ingoio una parte di seme, e il resto cola tra le labbra e le guance: raccolgo quello che riesco con la lingua mentre prendo la cappella di mio marito, che continua a colare, in bocca.
Il massaggiatore non ha variato ritmo. Mentre sento le contrazioni del cazzo del mio uomo in bocca, la sua lingua continua a far salire e scendere un orgasmo che il mio corpo quasi non riesce più a contenere. Lo sa.
Mi viene sopra. Mi scivola dentro. Resta fermo, con tutto il cazzo sprofondato in me. So che sente il profumo di sperma sul mio viso, lo tiro verso di me: non fa resistenza, la fa solo quando cerco di muovere il bacino al mio ritmo.
Lo bacio, avida, non capisco più nulla. Voglio godere, godere, godere e ancora godere. E lui inizia a muoversi così lentamente tra le pareti della mia figa fradicia che sto per impazzire.
Non resisterò, lo so. Non avevo mai provato a giocare così, avevo goduto come una pazza con coppie, singoli, un paio di gang. Tutto forte, potente, profondo.
Qui il mio intero corpo e la mia intera mente stanno sentendo quel cazzo che mi apre, con lentezza, ritmo, metodo, precisione. Esattamente il piacere come dovrebbe essere, come dovrebbe crescere.
Mi mette le caviglie sulle sue spalle e spinge, dio come spinge, profondamente, lo sento salire, sale, il piacere, eccolo, l’orgasmo agnognato, non fermarti ti prego non fermarti, non so se lo penso o lo grido, ma sento invadermi, bagnarmi, tremare, gonfiarmi la figa in una esplosione che… eccola, dio siiiii
Stavolta lo grido realmente mentre lui mi spinge dentro tutta la sua voglia tesa. Tremo e lo stringo, lo voglio dentro mentre mio marito si gode la scena di tutto il mio corpo che si contrae ed esplode in un lungo orgasmo puntellato di piaceri intermedi.
Non so quanto duri, non so per quanto godo, quasi non lo ricordo. Sono stremata, fradicia, sporca di sborra calda, sento l’orgasmo sulla punta delle dita delle mani e dei piedi.
Tremo ancora quando gli prendo l’uccello tra i piedi che godono ancora. Quando inizio a masturbarlo facendogli vedere la mia figa grossa di umori.
Mi tremano le mani quando lo prendo e lo masturbo e me lo porto alla bocca per premiarlo.
Ma di come gli renderò pan per focaccia, vi parlerò un’altra volta. Di come mi ha fatto godere ancora e ancora, pure.
Ma una cosa ve la posso dire. Ha sofferto come me, ha goduto quanto me. E quanto quel porco adorabile di mio marito.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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